Psicologa Palermo - Giusi Trapani - Assertività
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Assertività vs Passività e Aggressività

Potremmo definire l'assertività come quel punto d'equilibrio fra uno stile comunicativo passivo ed uno aggressivo. Con essa viene adottato uno stile comunicativo che permette all'individuo di esprimere le proprie opinioni, le proprie emozioni e di impegnarsi a risolvere positivamente le situazioni e i problemi. Non esiste una risposta assertiva definibile in modo assoluto, essa deve essere valutata all'interno della situazione sociale ed è un processo continuo di aggiustamento della propria performance comunicativa.
Il comportamento assertivo quindi non è intermedio tra il comportamento aggressivo e passivo: obiettivo per una comunicazione assertiva è la capacità di ridurre le proprie componenti aggressive e passive. L'assertività è un modo di comunicare che nasce dall'armonia tra abilità sociali, emozioni e razionalità senza necessariamente modificare la propria personalità. In questa integrazione entra in gioco l'aspetto neurovegetativo per le emozioni, quello motorio volontario per i gesti e le azioni ed infine quello corticale-cognitivo per i pensieri e le verbalizzazioni. Tra questi tre aspetti della personalità esiste un rapporto di interdipendenza per cui migliorare l'assertività significa agire su ognuno dei tre. Non solo è importante conoscere le tecniche per migliorare l'assertività, ma occorre sviluppare nuove abitudini di comportamento e perfezionare l'educazione dei sentimenti e delle emozioni. Familiarizzarsi con il mondo dei sentimenti richiede, infatti, "un'educazione sentimentale". La struttura concettuale dell'assertività è l'ordine che ciascuno pone nella propria vita, quando con maggiore consapevolezza pensa a se stesso e interagisce con le altre persone.
Questo modo di agire permette di stabilire un rapporto attivo e intelligente che si basa sulla valutazione corretta della situazione e sull'avere a disposizione i mezzi adeguati per poter scegliere la soluzione più appropriata. Il costrutto dell'assertività è costituito dall'idea di libertà come capacità di affrancarsi dai condizionamenti ambientali negativi e comprende la conoscenza di sé e della propria personalità, della teoria dei diritti assertivi (in ciò è inclusa l'idea della reciprocità, ovvero il medesimo diritto di comunicare desideri e convinzioni e di perseguire obiettivi individuali viene riconosciuto anche agli altri, il saper riconoscere e criticare le idee irrazionali che generano e mantengono i disagi e i disturbi emotivi). Il secondo aspetto riguarda la forma dell'assertività, ovvero la capacità di esprimersi in modo più evoluto ed efficace, tradotta quindi in abilità non verbali e verbali, e, più in generale, in competenza sociale. Tale aspetto è stato definito da L. Philhps (1968) come "l'ampiezza con cui l'individuo riesce a comunicare con gli altri, in modo da soddisfare diritti, esigenze, motivazioni e obblighi, in misura ragionevole e senza pregiudicare gli analoghi diritti delle altre persone, in forma di libero e aperto dialogo". In questo caso la persona assertiva sa esprimere in modo chiaro e tecnicamente efficace, emozioni, sentimenti, esigenze e convinzioni personali riducendo sempre più le sensazioni d'ansia, disagio o aggressività.

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA ASSERTIVA
Assertività è una tecnica di comportamento efficace se è parte integrante del nostro atteggiamento
Chi ha uno stile assertivo è riconoscibile da alcuni segnali fisici di comunicazione verbale e non verbale
Lo stesso per persone tendenzialmente passive o aggressive. Qualunque autodiagnosi evidenzia che è difficile che una persona sia solamente passiva o aggressiva o assertiva. In ognuno coesistono gradi diversi di questi comportamenti tendenziali. È importante essere consapevoli di quello che prevale sugli altri.
Occorre essere assertivi riguardo a noi stessi:
1)  Riconoscere serenamente i propri limiti
2)  Fissare obiettivi realistici di cambiamento
3)  Evitare di lasciarsi ricattare

A questa modalità comunicativa si contrappone uno stile comunicativo passivo e aggressivo.

Caratteristiche del tipo passivo
Il soggetto con uno stile di comunicazione passivo pensa più ad accontentare gli altri che non se stesso, è facilmente influenzabile e subisce le situazioni senza opporsi. È un soggetto che ha un'elevata ansia sociale, che non riesce ad esprimere adeguatamente i propri bisogni e le proprie esigenze. Il suo obiettivo è ottenere il consenso di tutti ed evitare qualsiasi forma di contrasto con gli altri. Nel breve termine questo tipo di atteggiamento è utile per ridurre l'ansia, ma finisce col limitare notevolmente la capacità dì azione della persona. Alla base di questo atteggiamento vi sono spesso sensi di colpa associati ad una forte componente ansiosa.

Caratteristiche del tipo aggressivo
Il soggetto con questo stile è una persona che non rispetta i limiti degli altri, è concentrato sui propri desideri senza badare a coloro che gli sono intorno. Per fare questo utilizza qualsiasi mezzo a propria disposizione, anche distruttivo e violento. La tendenza è quella di dominare gli altri e l'unico obiettivo che si pone è il potere personale e sociale. Alla base di questo tipo di comportamento vi sono ancora delle componenti d'ansia accompagnate però da rabbia e ostilità. C'è anche un disprezzo degli altri e un mancato riconoscimento della dignità altrui.

Le caratteristiche verbali nelle interazioni sociali

I comportamenti comunicativi vengono emessi principalmente attraverso due canali indipendenti, ma sottilmente collegati tra loro: il canale non verbale e il canale verbale. Esiste una semplice distinzione per comprendere e discriminare gli aspetti e la complessità del rapporto tra verbale e non verbale: non è solo importante ciò che si dice, ma è fondamentale come lo si dice; non soltanto il cosa, ma anche il come, quindi.
Va da sé che per ottenere una valida interazione, la comunicazione non verbale deve essere congruente con quella verbale. Ricerche sociali indicano come l’effetto sulla comunicazione degli aspetti non verbali sia quattro volte maggiore delle caratteristiche verbali.

LA COSTRUZIONE DI UNA RISPOSTA COMPETENTE: LE COMPONENTI VERBALI
Sono abilità che ci permettono di comunicare con gli altri in un modo adeguato e consono alle nostre esigenze e ci consentono anche di difenderci senza subire, senza ingenerare in noi adattamenti o reazioni eccessive a manipolazioni o a critiche.
Sono quelle che ci consentono di iniziare, mantenere e terminare una conversazione, di saper porre domande, di dare delle informazioni generiche o personali a seconda delle esigenze della interrelazione verbale.

DOMANDE CHIUSE
Prevedono una risposta breve (si/no) e hanno lo scopo di far terminare presto la conversazione. Possono essere utili all’inizio di un discorso.

DOMANDE APERTE (Cosa, Dove, Quando, Perché, come, Con chi?)
Le domanda aperte, al contrario, sono strutturate in modo da ricavare una maggiore quantità di informazioni dell’altro. Il saper fare delle domande è una prioritaria abilità assertiva, per creare rapporto, verificare idee, chiedere notizie, dimostrare e suscitare interesse.

DARE E RICEVERE LIBERE INFORMAZIONI
Si tratta di un’informazione che eccede la domanda o è data senza essere sollecitata (riguarda specialmente i propri interessi). Cogliere gli indizi forniti dall’interlocutore, cosa è importante e interessante per lui e prestargli attenzione permette di non rendere la conversazione un’intervista e la comunicazione può procedere in modo più fluido.

AUTOAPERTURA
Comunicare il modo di pensare, di vivere, in maniera non invadente, dare informazioni sulla propria vita, i propri interessi, senza monopolizzare la comunicazione o col desiderio di mettersi “in mostra”. È un’altra abilità per rendere più dinamica e coinvolgente la comunicazione.

ABILITÀ PROTETTIVE
Di fronte ad una critica che può essere di tipo manipolativo, aggressivo, non costruttivo, ci possono essere vari modi di reagire. Il disagio può essere affrontato adottando comportamenti di fuga, adattamenti passivi o reazioni di attacco: questi comportamenti non sono validi. È necessario utilizzare tecniche che permettano di mantenere il controllo della situazione.

PERSISTENZA O DISCO ROTTO
Consiste nel ripetere con estrema calma il proprio punto di vista usando sempre le stesse parole, senza farsi coinvolgere dalle strategie manipolative dell’altro, rimanendo concentrati sull’obiettivo dell’interazione,. Allo stesso modo, è utile usare questa tecnica allorché facciamo una richiesta che è in nostro diritto esigere. Per non cadere in una trappola logico-manipolatoria è opportuno non fare domande di tipo aperto (es: perché..?) o rispondere ai perché o alle colpevolizzazioni altrui, con scuse, giustificazioni o spiegazioni. Quello che conta è la ripetizione sistematica di ciò che vogliamo e non vogliamo.

ANNEBBIAMENTO
Consiste nell’accettare la critica ammettendo che ci può essere del vero, senza giustificarsi: “Capisco il tuo punto di vista”, “Probabilmente hai ragione”, o utilizzare nell’interazione la parafrasi, la riformulazione; la risposta alla richiesta è “confondere”, accettando la critica che ci viene mossa e ammettendo che ci possa essere del vero. L’obiettivo è calmare chi ci rivolge le critiche, “spiazzandolo”, per poi aprire un dialogo chiarificatore. Si ascolta ciò che la persona dice e usando le parole dell’altra persona o simili, si riconosce il suo bisogno ma si dichiara il proprio punto di vista.

ASSERZIONE NEGATIVA
Con questa formula ammettiamo il nostro errore e ci scusiamo, senza provare ansia né sminuire la nostra immagine personale. L’asserzione negativa riduce l’ostilità e tende a estinguere la manipolazione. Riconoscere il proprio errore, senza però sentirlo come uno strascico fastidioso senso di colpevolezza, ammetterlo in tutta serenità, è liberatorio ma anche naturale perché l’immagine che diamo di noi stessi è un’immagine non rigida, da non venire messa in discussione da un solo errore. Tale tecnica smonta l’avversario e gli toglie animosità nei nostri confronti.

INCHIESTA NEGATIVA
Consiste nel chiedere informazioni sulla critica. Se si tratta di una critica manipolativa riusciremo più facilmente a restringere l’ampiezza, focalizzandola in precisi comportamenti. Es: “ Non vi ha interessato l’incontro di stamattina? Perché? Che cosa non vi è piaciuto? Quale parte avreste voluto fosse approfondita?” oppure “Per piacere, mi può indicare dove ho sbagliato?”

DISCRIMINAZIONE SELETTIVA
Consiste nel cogliere, in un messaggio negativo, critico, soltanto quella parte sulla quale noi siamo disposti a discutere, a dare delle giustificazioni, a dare delle spiegazioni. Si tratta di cogliere soltanto quella parte della domanda sulla quale si hanno dei dati, cui si può rispondere.

DISARMO DELL’AGGRESSIVITÀ
Consiste nell’opporre a una critica che    abbia delle connotazioni particolarmente violente, un comportamento di estrema calma, condizionando la nostra partecipazione alla comunicazione a un decrescere dell’aggressività dell’altro. L’apprendimento di queste abilità verbali di protezione, richiede allenamento graduale quotidiano, nel provare e riprovare, simulando di volta in volta le varie situazioni.

Le caratteristiche non verbali nelle interazioni sociali

I comportamenti comunicativi vengono emessi principalmente attraverso due canali indipendenti, ma sottilmente collegati tra loro: il canale non verbale e il canale verbale. Esiste una semplice distinzione per comprendere e discriminare gli aspetti e la complessità del rapporto tra verbale e non verbale: non è solo importante ciò che si dice, ma è fondamentale come lo si dice; non soltanto il cosa, ma anche il come, quindi.
Va da sé che per ottenere una valida interazione, la comunicazione non verbale deve essere congruente con quella verbale. Ricerche sociali indicano come l’effetto sulla comunicazione degli aspetti non verbali sia quattro volte maggiore delle caratteristiche verbali.

LA COSTRUZIONE DI UNA RISPOSTA COMPETENTE: LE COMPONENTI NON VERBALI
Qualsiasi persona, quando comunica, sia consapevolmente che inconsapevolmente, usa delle tecniche che sono caratteristiche del suo stile comportamentale (dominanza, sottomissione…) e che favoriscono il passaggio, l’andata ed il ritorno, dell’interazione.
L’individuo attraverso la postura del corpo, l’espressione ed il modo di gesticolare, l’intonazione e il volume della voce, stabilisce relazioni con gli altri, a livelli diversi, a seconda di come si manifestano.
Anche la persona non assertiva mette in atto tecniche di comunicazione non verbale, che risultano però essere fonte di ansia in quanto non facilitano il fluire e il crescere dell’interazione o addirittura la alterano.
L’espressività gestuale, facciale, corporea, posturale del nostro corpo, ma anche il modo di vestirsi, il nostro look, fanno parte della comunicazione non verbale, è il nostro linguaggio del corpo.
La funzione della comunicazione non verbale è sostanzialmente quella di esprimere gli stati d’animo e le emozioni associate alle relazioni sociali.

Le caratteristiche non verbali nelle interazioni sociali sono:

  • Contatto oculare
  • Espressione del volto
  • Gestualità
  • Atteggiamento corporeo (postura)
  • Gestione dello spazio interpersonale
  • Tono, volume e ritmo della voce
  • Contatto fisico
  • Contatto oculare

La persona in grado di mantenere un buon contatto oculare si mostra una persona aperta e sicura di ciò che sta dicendo. Guardare direttamente un'altra persona quando state parlando è una maniera efficace di dichiarare che siete sinceri su quanto state dicendo, e che questo è diretto a lei.

ESPRESSIONE DEL VOLTO
Avete mai visto qualcuno provare ad esprimere rabbia mentre sorride o ride? Non è proprio possibile! Affermazioni efficaci richiedono una espressione che si accordi al messaggio. Attraverso la mimica facciale si trasmettono in maniera piuttosto inequivocabile le emozioni che stiamo provando. Una persona assertiva ha una buona e congrue mimica facciale che accompagna ciò che sta dicendo.

GESTUALITÀ
I movimenti delle mani e di altre parti del corpo per descrivere, enfatizzare o accompagnare il discorso, dovrebbero essere come cenni del capo, braccia aperte e non conserte, mani che non superano l'altezza dei gomiti e spalle diritte. Un messaggio accentuato da gesti appropriati ha una maggiore enfasi (una gesticolazione eccessiva può essere causa di distrazione!).

POSTURA
Quando ci troviamo a nostro agio, ci sentiamo rilassati e il nostro corpo riflette questo stato; una postura eretta, rilassata, aperta, non rigida, tesa, accasciata o piegata ne è segno rilevatore. Il "peso" dei vostri messaggi agli altri sarà accresciuto se state di fronte al vostro interlocutore, stando abbastanza vicino, tenendo il capo ben eretto.

GESTIONE DELLO SPAZIO
Stabilire e mantenere una giusta distanza interpersonale, nè troppo “addosso”, né troppo distante, è una caratteristica distintiva della persona assertiva; nella nostra cultura la distanza ottimale è di un metro, minore, nel caso di rapporti intimi, o confidenziali.
TONO E VOLUME DELLA VOCE
In questo modo possiamo comunicare il nostro umore, le nostre intenzioni, le nostre emozioni; una voce chiara, rilassata, amichevole, ben calibrata, non sforzata è caratteristica della persona assertiva. Un sussurro monotono raramente convincerà un'altra persona che state parlando di qualcosa di importante, mentre un epiteto gridato provocherà le sue difese sul piano della comunicazione. Un modo di parlare in tono medio e ben modulato risulta convincente senza intimidire.

Contatto fisico
Per stabilire e mantenere un senso di intimità e solidarietà, può generare ansia in determinate situazioni o con alcune persone; abilità assertiva è la discriminazione dell’interazione e dei tempi dell’uso del contatto fisico.

COME INCREMENTARE LE NOSTRE CAPACITÀ NON VERBALI ASSERTIVE
Apprendere a discriminare gli stili di comportamento altrui osservando le caratteristiche non verbali della comunicazione (emozioni, ruolo, status sociale);
Individuare le aree del nostro comportamento non verbale in cui siamo deficitari e addestrarci (dalle situazioni neutrali a quelle meno ansiogene fino alle più ansiogene).

I livelli assertivi

La struttura concettuale dell'assertività è basata sulla funzionalità di cinque livelli ognuno dei quali ne definisce un aspetto. Il primo livello è costituito dalla capacità di riconoscere le emozioni, il cui obiettivo riguarda l'autonomia emotiva e la percezione delle emozioni senza il coinvolgimento negativo legato alla presenza di altre persone (arrossire, balbettare, vergognarsi, ecc.).
Il secondo livello: la capacità di comunicare emozioni e sentimenti, anche negativi, attraverso molteplici strumenti comunicativi rappresenta il secondo livello che riguarda la libertà espressiva, ovvero il controllo delle reazioni motorie senza che queste siano alterate o inibite dall'ansia e dalla tensione.
Al terzo livello troviamo la consapevolezza dei propri diritti nel senso di avere rispetto per sé e per gli altri. Esso ha un ruolo centrale nella teoria dell'assertività in quanto la distinzione tra i comportamenti aggressivi, passivi e assertivi si fonda sui diritti e sul principio di reciprocità. Il quarto livello è rappresentato dalla disponibilità ad apprezzare se stessi e gli altri.
Questo implica la stima di sé, la capacità di valorizzare gli aspetti positivi dell'esperienza con una visione funzionale e costruttiva del proprio ruolo sociale.
L'ultimo livello è relativo alla capacità di auto-realizzarsi e di poter decidere sui fini della propria vita. Per raggiungere tale obiettivo è necessario possedere un'immagine positiva di se stessi, fiducia e sicurezza personale.
Il possedere tali caratteristiche comporta una maggiore capacità di autocontrollo, di intervento sulle situazioni e di soluzione dei problemi, un "ambiente interno" rilassante che permette di percepire le difficoltà non come occasioni negative di frustrazione, ma come ostacoli da superare abilmente. Gli obiettivi dei vari livelli vengono raggiunti intervenendo sia sull'aspetto concettuale, di contenuto, sia sull'aspetto tecnico, riguardante il modo di agire e di comunicare.

I diritti assertivi

I diritti assertivi comprendono il rispetto di se stessi, delle proprie esigenze, sentimenti e convinzioni. Tali diritti sono necessari per costruire sentimenti e pensieri positivi come l'autostima e la fiducia. Riconoscerli e rispettarli significa anche riconoscerli e rispettarli negli altri.

Essere assertivi non è facile, costa sacrificio ed esercizio costante al fine di ottenere risultati soddisfacenti. Importante è, comunque, iniziare a praticarli, se non tutti insieme, anche uno alla volta. Come si è riusciti superarne uno, passare a quello successivo. Come recita un aforisma zen "un cammino è fatto di mille passi". Incominciamo, un passo alla volta, a fare il cammino verso l'assertività.

In sintesi, si può dire che l'assertività, tenendo presenti i propri obiettivi ed interessi, è la manifestazione più immediata e diretta di emozioni, sentimenti, esigenze e convinzioni personali, ma bilanciando, a seconda delle circostanze, l'aggressività e la passività, in modo da ottenere il miglior vantaggio o il minor svantaggio per se stessi, sia nel breve che nel lungo termine.

  • Il diritto di agire allo scopo di garantire la propria dignità. La propria felicità, e soddisfazione, di raggiungere i propri scopi e progetti senza violare i diritti degli altri.
  • Il diritto di avere e manifestare sentimenti ed emozioni
  • Il diritto di chiedere aiuto
  • Il diritto di chiedere informazioni
  • Il diritto di dire no senza sentirsi in colpa
  • Il diritto di dire non so
  • Il diritto di sbagliare
  • Il diritto di cambiare idea
  • Il diritto di prendersi il tempo necessario prima di dare una risposta
  • Il diritto di fare meno di quello che è il proprio limite dell’umanamente possibile
  • Il diritto di sentirsi bene con noi stessi indipendentemente dalle condizioni o dalle opinioni altrui, senza sentirsi in colpa
  • Ed ancora, il diritto....
  • di fare qualsiasi cosa, purché non danneggi nessun altro.
  • di mantenere la propria dignità agendo in modo assertivo, anche se ciò urta qualcun altro, a condizione che il movente sia assertivo e non aggressivo
  • di fare richieste ad un’altra persona, dal momento che riconosco all’altro l’identico diritto di rifiutare
  • di ridiscutere il problema con la persona interessata, e di giungere a un chiarimento
  • di attuare i propri diritti ed al rispetto altrui dei propri diritti
  • ad avere idee, opinioni, punti di vista personali e non necessariamente coincidenti con quelli degli altri
  • a che le proprie idee, opinioni e punti di vista siano quanto meno ascoltati e presi in considerazione (non necessariamente condivisi) dalle altre persone
  • ad avere bisogni e necessità anche diverse da quelle delle altre persone
  • a provare determinati stati d’animo ed a manifestarli in modo assertivo se si decide di farlo
  • di commettere degli errori, in buona fede
  • di decidere di sollevare una determinata questione o, viceversa, di non sollevarla
  • di essere realmente se stessi, anche se questo significa a volte contravvenire a delle aspettative esterne
  • di essere trattato con rispetto e dignità
  • di essere ascoltato e di essere preso sul serio
  • di valutare i propri bisogni, di stabilire priorità e prendere decisioni personali
  • di chiedere ciò che si ritiene più giusto e opportuno, nel rispetto del reciproco diritto a rifiutare dell'interlocutore
  • di cambiare
  • di ottenere ciò per cui si è pagato
  • di essere indipendente
  • di decidere cosa fare delle cose di propria esclusiva pertinenza (corpo, tempo), senza ledere i diritti altrui
  • di centrare i propri obiettivi e di avere successo
  • di provare piacere
  • al riposo e all'isolamento
  • di cimentarsi nelle attività che si ritengono utili, stimolanti e funzionali al proprio benessere
  • di dare alla propria vita un'impronta personale
  • di amare e di essere amato secondo la propria autentica inclinazione
  • di non subire ricatti emotivi
  • di scegliere modalità e tempi per esprimere i propri sentimenti di affetto e di fedeltà
  • di sviluppare una propria personale credenza nei valori trascendentali e immanenti
 

Benvenuti nel sito della Dott.ssa Giusi Trapani, Psicologa Psicoterapeuta - iscritta all'Ordine Psicologi Regione Sicilia n. 3390 - riceve a Palermo in via Monte San Calogero n. 5 - Tel. 091 619 9333 - Cell. 345 3781020 - Autorizzazione PsySicilia 2005